10 luglio 2018

«Il Piemonte punti su Elite Così lo straniero non fa paura»

Tessitore (Borsa Italiana):«Il 95% delle imprese è ancora oggi banco centrico»

Non solo prede delle multinazionali. In Piemonte crescono i campioncini del «quarto capitalismo», quelle medie imprese a vocazione internazionale e ad alto tasso tecnologico che non hanno paura di confrontarsi con i mercati finanziari.

I loro nomi sono poco noti al grande pubblico. Owenscorp, Silvateam, Cecomp, Osai,Teoresi, Asja, Cornaglia, Pattern, Viasat. Eppure le 43 imprese subalpine (28 con sede a Torino) che fanno parte del progetto Elite di Borsa Italiana valgono 5,4 miliardi di euro per giro d’affari, occupano 24.000 persone e viaggiano a un ritmo di crescita a doppia cifra. In pratica, tutte assieme, sono una multinazionale. E come una multinazionale cominciano ad attingere a risorse per la crescita, come ha fatto il gruppo Cornaglia partecipando al primo basket bond italiano, 122 milioni di euro raccolti grazie a un finanziamento lanciato da 10 società emittenti. Queste imprese non sono prede, bensì predatrici. Dall'ingresso in Elite hanno compiuto 22 acquisizioni, 5 aziende hanno aperto il capitale a fondi di investimenti, 1 su 4 ha lanciato operazioni di finanza straordinaria per un controvalore di 313 milioni di euro.

Il progetto Elite nasce nel 2012,una sorta di palestra per prepararsi allo sbarco a Piazza Affari. In Piemonte poche imprese sembravano aver voglia di iscriversi. Ora il vento è cambiato. L’anno scorso il desk Elite dell’Unione Industriale di Torino è risultato quello con la migliore performance italiana: 15 aziende hanno aderito nel 2017e 12 nel corso del 2018.Più della metà delle imprese piemontesi in Elite sono entrate afarvi parte negli ultimi due anni. A coordinare la nascita degli help desk territoriali c’è un imprenditore torinese, Andrea Tessitore, 45 anni, co-fondatore di Italian Independent ed ex ad, oggi incaricato da Confindustria di diffondere il «verbo» dell’Elite tra piccole e medie aziende.

«Il 95%delle imprese è ancora oggi banco-centrico — dice Tessitore— il che significa che hanno un solo modo per finanziare la crescita: andare allo sportello. Elite permette di entrare in contatto con tanti strumenti di finanza alternativa per la crescita: mini-bond, quotazione, apertura del capitale a fondi di investimenti, basket bond».

Una cassetta degli attrezzi che permette di affrontare le diverse fasi della vita di un’azienda, dal passaggio generazionale alle ristrutturazioni fino alle acquisizioni, conservando autonomia e indipendenza. Il Piemonte oggi è la quinta regione in Italia per numero di imprese presenti nell'Elite. «La ricetta funziona — spiega Tessitore —. Ed è un antidoto allo shopping senza fine delle multinazionali sul nostro territorio. Puntiamo su aziende a carattere familiare ma che vogliono crescere non temono di aprire il capitale a nuovi soci e al mercato».

Christian Benna

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